Ink-Making: Ecological Materials and Practices in Contemporary Visual Art
This workshop offers a hands-on space where participants learn to make ink from plant-based materials. Students are invited to rediscover the value of slow processes and the inherent unpredictability of working with organic elements. Crafting ink becomes a gesture of reconnection with the rhythms of the soil, the cycles of plants, and the environment we inhabit.
Learning to forage and source local raw materials differs profoundly from purchasing a ready-made product: it becomes an intentional act, a way of imagining a transition toward more sustainable practices. Making ink turns into a metaphor for rethinking time and productivity. Where do the substances we use truly come from? What ecological, social, and historical relationships inhabit what we gather? What gestures of care, extraction, or transformation underpin our production processes? Can we imagine a material not only as a resource, but as a living archive of relationships?
The workshop invites participants to reflect on what it means to work through an ecological lens—attuned to the temporalities and logics of the non-human—and to consider how our artistic practices might redefine notions of value, ownership, and permanence. Making ink becomes an act of listening and co-creation with natural processes, a way to reimagine the role of the artist as gatherer, mediator, and caretaker of living matter.
Fare inchiostro. Materiali e procedure ecologiche nelle arti visive
Il workshop propone un laboratorio pratico in cui si apprende a ottenere inchiostro con materia vegetale. I partecipanti sono invitati a riscoprire il valore di processi lenti e l’imprevedibilità di lavorare con la elementi organici. L’autoproduzione di inchiostro diventa un gesto di riconnessione con i ritmi del suolo, i cicli delle piante e il contesto che abitiamo.
Imparare a foraggiare ed ottenere la materia prima locale differisce profondamente dall’acquisto di un prodotto: diventa un atto consapevole, un modo per immaginare la transizione verso pratiche più sostenibili. Fare inchiostro diventa una metafora per ripensare il tempo e la produttività.
Da dove provengono realmente le sostanze che usiamo? Quali relazioni ecologiche, sociali e storiche abitano ciò che raccogliamo? Quali gesti di cura, estrazione o trasformazione implicano i nostri processi di produzione? Possiamo immaginare un materiale non solo come risorsa, ma come archivio vivente di relazioni?
Il laboratorio invita i partecipanti a interrogarsi su cosa significhi lavorare con la dimensione ecologica della materia, con i suoi tempi e le logiche del non-umano, e su come le nostre pratiche artistiche possano ridefinire le nozioni di valore, proprietà e durata. Fare inchiostro diventa così un atto di ascolto e co-creazione con i processi naturali — un modo per ripensare il ruolo dell’artista come raccoglitore, mediatore e custode di materia viva.